11.3.04

Giornata del ricordo: non chiedeteci di condividere

I fatti degli ultimi cinque giorni dimostrano inequivocabilmente che abbiamo fatto bene a dissociarci fin dall’inizio, nel metodo e nel merito, da quanti sono riusciti nell’ intento di portare a termine, sulla pelle di milioni di italiane ed italiani del tutto ignari della storia di Trieste, della Venezia Giu1ia, dell'Istria e del confine orientale, un’operazione tutta. ed esclusivamente ideologica e revisionista, inspiegabilmente avallata dal centro sinistra intero e dai DS in particolare. E’ stato tutto molto chiaro fin dalle aperture dei TG di prima serata, lo è divenuto di più nei giorni seguenti, assistendo alla sequela di trasmissioni televisive e radiofoniche che possono finalmente offendere con il crisma dell’ufficialità la storia e la verità, le coscienze ancora non del tutto sopite, il concetto di pacificazione nazionale e di rigore storico tanto richiamati in questi ultimi anni da destra e da ampi settori del centro sinistra. Quanto è stato prodotto finora, in questi primi giorni purtroppo supera ogni possibile immaginazione. La memoria “condivisa" di tutti gli italiani, la Giornata del Ricordo è già puro e semplice evento televisivo che fa leva sul patriottismo più retrivo che dissimula l'esodo e riporta in auge le foibe. che grazie a Fassino riscopre tardivamente misteriosi espansionismi slavi inesistenti e disconosce addirittura il ruolo perseguito attivamente dopo la guerra dal PCI sul confine orientale.

Ormai nulla ha più importanza. II ricordo deve servire ad introdurre elementi di mistificazione e confusione, a preparare generazioni future di italiane ed italiani ad essere educate nell’oblio e nella rimozione. E non si tratta solamente della rimozione di vent’ anni di storia e dell'impatto che il fascismo ha avuto sui popoli - è doveroso sottolineare il plurale - di queste terre, si tratterebbe di far luce sull’ effetto di quarant'anni d’irredentismo e del ruolo che la borghesia Liberal nazionalista aveva assunto dal 1880 al 1918, ben prima dell' avvento del fascismo, ma anche dell’affermazione di quella logica perversa che in nome dell'uso politico della storia, rende tutto lecito.

E proprio chi per anni. giustamente si opponeva ai primati della sofferenza, al giustificazionismo
ed al riduzionismo proposto da quanti, sbagliando, giustificavano le uccisioni -anche di innocenti -
richiamandosi all’esiguità delle cifre, adesso si può parlare in libertà, far crescere a sproposito le vittime italiane delle foibe, gridare in televisione che si tratta di decine di migliaia, o per dirla con Gasparri e Storace, di milioni e milioni di morti “colpevoli solo di essere italiani".
Adesso ormai il dado è tratto. Niente e nessuno potrà più arrestare il minuetto di menzogne al quale
certamente dovremo assistere nei prossimi mesi, forse anni. Ma almeno non chiedeteci di condividere questo prodotto incrociato di menzogne e di revisionismo. di parzialità elevata a valore assoluto.

Oggi noi siamo convinti e consapevoli di quanto ci ha insegnato il passato e ci battiamo affinché la storia non abbia bisogno di alcuna levatrice, nel contempo però non possiamo dimenticare che il fascismo ed il nazismo sono stati generati senza alcun dolore dal ventre molle di democrazie formali ormai svuotate di contenuti sostanziali.

Trieste, 14 febbraio 2004
Igor Canciani
Segretario Provinciale PRC

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