19.1.06

Baget Bozzo: Perch� non possiamo non dirci anticomunisti

Perch� non possiamo non dirci anticomunisti
di Gianni Baget Bozzo - tratto da Il Giornale del 2 febbraio 2005

E' singolare che si possa pensare a una chiusura del problema comunista in Italia quando due partiti comunisti sono rappresentati in Parlamento. Ma l'anticomunismo � una parola difficile da pronunziarsi; lo era gi� ai tempi in cui Togliatti considerava l'anticomunismo una parola sconfitta. Ed eravamo nel corso degli anni '50.

La ragione � che il Pci � riuscito a creare un linguaggio politico, che � diventato lentamente maggioritario nella cultura italiana e ci� ha determinato il fatto che non si potesse pi� parlare di anticomunismo come posizione culturale. Veniva cos� definito l'anticomunismo come un mero linguaggio propagandistico privo di dignit� culturale. La stessa Dc abbandon� rapidamente la sua posizione di centro, definita una corrispondenza di antifascismo e di anticomunismo. Pur tuttavia la questione comunista esisteva e diveniva la base di linguaggio anche dei movimenti che nascevano a sinistra del Pci.

Ancora oggi esiste in Italia una questione comunista, non limitata alla sola esistenza dei due partiti comunisti. Essa appare anche nel modo in cui il Pci � passato alla nuova definizione di Democratici di Sinistra. Il gruppo dirigente del Pci si � trasferito nel nuovo partito eliminando una generazione di comunisti, quella che era stata dirigente in prima persona nel Pci negli anni della sua egemonia. Vi fu un ricambio generazionale all'interno del medesimo gruppo dirigente: vi fu perci� una perfetta continuit�, sicch� in realt� l'identit� comunista rimase, declinata al passato, l'identit� di base del partito.

Proprio grazie a questa identit� del Pci il Pds si salv� dalla tempesta di Tangentopoli: esso era gi� strutturato in modo da evadere l'azione della magistratura e di emergere duro e puro anche nella figura di Primo Greganti. Ne venne il paradosso che il partito pi� compromesso con finanziamenti illeciti provenienti dall'Unione Sovietica riusc� a passare come il partito chiave del passaggio alla seconda Repubblica.

La base di tutto era il fatto che il Pci possedeva una forte identit� dovuta al tema della rivoluzione, che gli consentiva di rimanere intatto e sopportare tutti i cambiamenti esterni nella conservazione della propria identit�. Il Pci-Pds riusc� a cambiare il suo linguaggio politico rimanendo se stesso, conservando la memoria comunista come sua differenza e come base della sua militanza.

Ci� fu percepito dall'opinione pubblica ed � alla base della nascita della Casa delle Libert� in Italia, cio� della ribellione dell'elettorato di centro alla gestione della grande crisi da parte del Pci-Pds. L'anticomunismo, emarginato nella cultura politica, rimaneva nella cultura di base. Il sentimento della differenza dei comunisti era percepito dagli elettori di centro nonostante tutta la stampa accettasse, nel '94, che il passaggio alla seconda Repubblica, legato al sistema maggioritario, fosse gestito da un partito postcomunista.

L'anticomunismo � una posizione legata al sentimento degli elettori anche quando ad esso viene negata la dignit� culturale. La prova evidente sta nel fatto che, per quanto il Ds fosse l'unico partito veramente esistente, esso cerc� sempre di velare la sua presa del potere con alleanze che portavano al vertice candidati non comunisti (Prodi, Rutelli) e sostenne partiti non pi� esistenti, come i Socialisti Italiani o i Repubblicani Europei, pur di vincere il sentimento, diffuso nel paese, che i Ds siano l'unica forza sopravissuta alla prima Repubblica e la vera guida di tutto il centrosinistra. I primi a rendersi conto che la questione comunista esiste nel paese sono appunto i Ds, disposti a qualunque cambiamento di facciata e di linguaggio pur di conservare quella unit� profonda che a loro deriva dalla memoria rivoluzionaria.

L'anticomunismo non � una cultura politica in Italia per via dell'egemonia comunista della cultura che dura dagli anni '50, ma � una questione politica vivente nel paese. Gli elettori del centrodestra comprendono che il nucleo forte del centrosinistra � ancora la memoria comunista, che d� una militanza.

Il titolo di governo di una coalizione di sinistra � sempre questa militanza che trae dalla sua memoria, e non dal consenso, la sua profonda legittimit�. La questione comunista esiste nei Ds prima ancora che nei partiti che si dichiarano formalmente comunisti. L'identit� comunista che conta � quella rimossa dai Ds pi� di quella emergente in Rifondazione e nei Comunisti Italiani.

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