22.1.06

Martinotti a Ricolfi

Sinistra antipatica o una questione di stile?
Guido Martinotti


Caro Luca,
la faccenda della sinistra antipatica, che hai ripreso nella intervista al Corriere del 5 Gennaio mi convince poco. Da un certo punto di vista � constatazione ovvia, perch� chi vuole cambiare le cose deve anche battersi contro l�ideologia (cio� la visione del mondo che fa comodo alle classi dominanti) e questa non pu� certo essere una �operazione simpatia�. La sinistra � sempre stata antipaticuzza, come, nel nostro mestiere, lo sono i metodologi, che devono sempre far le pulci agli altri per beruf. Chi vuole cambiare deve proporre una moralit� diversa, forse non migliore, ma diversa (come � stato convincentemente dimostrato da Karl Mannheim, pi� di recente ripreso, con altri, anche da Paul Ricoeur) altrimenti che motivazione cՏ? Mi sembra che, al contrario di quel che dici, la �sinistra di governo� dimostri scarsa diversit� morale.

Ecco perch� � particolarmente deprimente, e in questo concordo con una opinione diffusa che tu riprendi, che alcuni leaders dei Ds non siano riusciti a trovare uno stile di potere che li diversifichi dagli altri. E la riprova � che i loro sostenitori sono pubblicamente desolati della mancanza di specificit� e differenza, mentre gli avversari ne gongolano in modo plateale, a cominciare da chi, con tutta probabilit�, ha fatto diffondere le intercettazioni. Nessuno nega a Massimo D�Alema il �diritto� di comprarsi una barca, ma non � questione di diritti: � una questione di stile. Che diremmo se Blair, che pure non � un trappista, si presentasse un giorno con caschetto bianco, stivali, frustino e mazza da polo? C�era davvero bisogno di comperarsi una barca cos�? Ci sono molti modi di fare la vela, ma appare particolarmente stonato che chi proviene dal partito comunista scelga quello pi� vistoso e meno sportivo: regate che sono spesso solo delle passerelle del lusso. Forse io ho una concezione troppo austera della vela, di derivazione Glenaniera, ma ho sempre pensato che il vero velista � quello che le scotte se le cazza da s�, non quello che le fa cazzare da robusti giovinotti al macinacaff�, mentre lui � in posa alla ruota del timone. E poi la vela � un lusso che si misura rigorosamente in piedi, se non in pollici, e uno come D�Alema sar� sempre considerato un parvenu, senza il necessario numero di piedi.

Per� la tua affermazione che gli intellettuali di sinistra non siano critici della propria parte � fattualmente infondata: da Fo, a Stajano, a Pardi, a Moretti, a Flores, a Deaglio, a Bosetti, a Furio Colombo. Andiamo, Luca: la lista � veramente lunga. In tutta questa faccenda mi sembra poi sorprendente che, sulla scia del tuo libro, tutti concordino entusiasticamente che sia la sinistra a peccare di righteousness moralistica proprio nel pieno di una offensiva della destra che si presenta come l�unica portatrice di �valori� � ovviamente i propri, perch� quelli degli altri non contano. Ma dove guardate?
Il punto che pi� mi ha colpito della tua intervista al Corriere riguarda l�universit� e la scuola. Scrivi che �il ceto intellettuale ha fatto scena muta di fronte alla distruzione della scuola e dell�universit� di cui sono stati protagonisti due ministri di sinistra: Luigi Berlinguer e Tullio de Mauro.� A parte che un precisino come sei tu dovrebbe sapere che la riforma dell�universit�, cio� la legge 509, � stata attuata dal Ministro Zecchino (come ricorda sempre puntualmente, anche di recente su La Repubblica, Aldo Schiavone) la tua � una frase fatta. Per quanto mi risulta c�era ben poco da rovinare, ma forse anche se eravamo nella stessa universit� abbiamo visto due realt� diverse: tu eri un giovane ed entusiasta ricercatore, io un preside alquanto pi� critico. Comunque questa frase fatta viene ripetuta pedissequamente da molti, anche se non tutti la pensano cos�. Per�, nel dirla, tu abbandoni del tutto la tua rigorosa posa metodologica e butti l� una opinione soggettiva come verit� accertata e condivisa, ma, allora, a che serve la tua competenza di ricercatore? La �scena muta del ceto intellettuale� poi � affermazione priva di un qualsivoglia riscontro empirico: scusa, ma dove hai vissuto in questi anni? Su queste riforme (scuola, universit�) cՏ stato un dibattito accesissimo: prima, durante, dopo. Si sono pubblicati a favore e contro decine di libri e centinaia, a dir poco, di articoli. Di qualit� variabile, lo ammetto, anche se un lettore che avesse un minimo di pazienza non ci metterebbe molto a separare il grano dal loglio. Ti sfido a trovarmi una riforma universitaria o una riforma tout court che sia stata pi� dibattuta di questa. E� un dibattito che continua ancora oggi e chi ha una posizione critica verso la riforma lo grida dalle colonne dei principali quotidiani, esattamente come stai facendo tu. Ma sono spesso opinioni e affermazioni gratuite, come la tua, buttate l�, con molta alterigia e poca informazione aggiuntiva: argomentazioni e dati a sostegno se ne leggono veramente pochi.
Tuo, Guido Martinotti

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