19.1.06

Rosti: I comunisti esistono ancora

Simone ROSTI
I comunisti esistono ancora

Finalmente dopo sessant'anni dallo spaventoso esodo dalla Dalmazia e dall'Istria e dai massacri compiuti dai comunisti titini col sostegno dei partigiani comunisti italiani, la Camera ha approvato la legge che istituisce la Giornata del Ricordo delle vittime delle Foibe e degli esuli istriani.

E' senz'altro una svolta importante. E' un segnale positivo per la storia d'Italia, perch� rappresenta un momento di memoria condivisa da quasi tutti i partiti. E' un passo in avanti verso una rivoluzione culturale che l'Italia necessita affinch� venga riconosciuto universalmente che il comunismo � stato, ed � a tutt'oggi, un sistema criminale mirato all'annientamento della libert�, della dignit� e della vita umana.

Tuttavia, sebbene vi sia stato un segnale positivo e condiviso (la norma � stata votata da 502 deputati, 15 quelli contrari, e 4 gli astenuti) ha dimostrato ancora una volta, se ve ne fosse stato bisogno, che i comunisti esistono ancora. Ma hanno sub�to l'influenza delle teorie marxiste applicate alla scienza, vale a dire dell'evoluzionismo darwiniano. Mi spiego. Dal ceppo originario dei comunisti si sono evolute (o involute) due specie: i comunisti senza comunismo e i vetero comunisti, quelli duri e puri.

I comunisti senza comunismo (post-comunisti, catto-comunisti) nelle parole di due dei loro massimi rappresentanti, il segretario nazionale Fassino e il capogruppo alla Camera Violante, hanno fatto un passo in avanti nel riconoscere il dramma degli esuli italiani, amputati della propria identit� per volere del comunista Tito, rilevando in tal modo alcune responsabilit� (almeno morali) dell'allora PCI. Tuttavia, i due esponenti DS hanno "dimenticato" di affrontare il dramma delle foibe (le cavit� carsiche nelle quali i comunisti jugoslavi aiutati da partigiani marxisti gettavano cittadini italiani, colpevoli solo di essere vittime designate di un progetto di pulizia etnica), perch� ci� avrebbe comportato una riflessione e un mea culpa sulle responsabilit� del Partito Comunista Italiano. E avrebbe aperto un'ulteriore discussione rispetto a certi disegni, gi� teorizzati da Gianpaolo Pansa ne "Il sangue dei vinti", dei partigiani comunisti tesi a una seconda guerra civile volta a gettare le basi per una rivoluzione proletaria dopo la Seconda Guerra mondiale. Ripeto, � senz'altro apprezzabile il passo in avanti dei dirigenti DS, ma � una svolta monca, non completa. E', come spesso accade, una mezza verit�, un'ammissione di verit� storica pilatesca, in classico stile bolscevico.

Vi � poi l'altra categoria di discendenti dal ceppo comunista, quella involuta, e cio� i neocomunisti o comunisti tout-court: Rifondazione, Comunisti Italiani e la galassia che ruota attorno ad essi, l'humus di cui si nutrono (anarchici, centri sociali, no global & co.). La loro posizione rispetto a questi temi � riassumibile nelle affermazioni di Armando Cossutta (leader del PDCI): nessuna abiura, nessun passo indietro. Come dire, cari infoibati eravate agnelli sacrificali, eravate degli ostacoli collaterali ad un disegno pi� grande, quello del trionfo del Socialismo reale. E infatti Comunisti Italiani e Rifondazione hanno votato contro l'istituzione della Giornata del Ricordo: siamo comunisti e lo saremo sempre.

Nessuna novit�, almeno per chi scrive, in questo atteggiamento. Del resto i leaders di entrambi i partiti hanno gi� dato prova di estremo attaccamento all'ideologia marxista leninista. L'anno scorso il segretario dei Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto, ha siglato un protocollo d'intesa con il Partito Comunista Cubano (l'unico movimento politico, che si identifica con lo Stato, dell'isola caraibica). Secondo l'ex Ministro della Giustizia, infatti, Cuba rappresenta un esempio da seguire, un paradiso terreno: nessuna libert� politica, nessun diritto civile, le giovani donne che si prostituiscono per mantenere la famiglia, popolazione allo stremo, nessuna elezione da pi� di quarant'anni, detenuti politici torturati e uccisi, esecuzioni sommarie. Da parte sua, invece, Fausto Bertinotti � grande amico e frequente ospite del subcomandante Marcos, leader delle FARC (le milizie rivoluzionarie colombiane) che hanno il merito, a suo dire, di lottare per i diritti dei pi� poveri. Soprattutto di quei contadini sudamericani ai quali estorcono denaro per la rivoluzione o dei cocaleros (i coltivatori dei campi di cocaina) utili pedine per il narcotraffico grazie al quale la guerriglia sudamericana si finanzia e continua a violentare un paese.

Quelle sopradescritte sono brevi ma chiare dimostrazioni dell'ancora attuale anomalia italiana (ma in parte anche europea) rispetto alla storia del Novecento: il comunismo non � ancora considerato un sistema criminale come il nazismo, nonostante la storia, dal 1917 al 2004, abbia dimostrato questa tesi. Un'eccezione culturale che necessariamente si riflette sulla vita politica del paese. La falce e il martello devono essere considerati alla stregua della svastica. I nostri studenti devono apprendere i gulag come i lager, devono avere la possibilit� di studiare Stalin, Lenin, Pol Pot e Castro come Hitler. Devono insomma imparare che il comunismo rappresenta (come il nazionalsocialismo) l'antitesi della libert�, della democrazia e della giustizia.

La sinistra e l'intellighenzia italiana continuano ad accusare Berlusconi di lanciare anatemi insensati e anacronistici rispetto alle posizioni marxiane dell'opposizione. Ma tale � la realt� e un paese intriso di rigurgiti comunisti nei propri apparati non sar� mai uno Stato realmente libero e democratico

(tratto da www.ragionpolitica.it, 19.02.2004)

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