23.1.06

Testimonianze sull'egemonia culturale

Indro MONTANELLI
De Gasperi disse un giorno, a chi scrive, che, da parte del potere politico, l'unico modo di rispettare la cultura era di ignorarla. [...] Fatto sta che anche dopo il suo trionfo la Democrazia cristiana non sollecit� e non trov� nessun appoggio negl'intellettuali. E di questo approfittarono largamente le forze di sinistra per annetterseli con metodi non molto diversi da quelli usati da Mussolini. [...] Il Pci dimostr� la sua maestria nell'uso e abuso dei premi artistici e letterari, nel battage pubblicitario di chiunque � scrittore, pittore, scultore, regista � si prestasse al suo gioco, nell'amministrazione delle cattedre universitarie. Insomma fu lui il nuovo Principe di una classe intellettuale che, nei secoli, di un Principe non ha mai saputo n� voluto fare a meno.
MONTANELLI Indro - CERVI Mario, L'Italia del miracolo (14 luglio 1948 � 19 agosto 1954), Rizzoli, Milano 2001, p. 54-58.


Giorgio BOCCA
"In alcune case editrici (come l'editrice Einaudi), se non eri comunista non c'entravi. Questo � nato da due fatti. Uno, i comunisti non avendo il potere economico -secondo la lezione di Gramsci- volevano avere almeno l'egemonia culturale. Secondo, i quadri del Partito Comunista, avendo un impegno politico molto forte, erano lettori; mentre nella Dc e nel Psi nessuno leggeva. Quindi le case editrici (come l'Einaudi) che si occupavano di politica, di economia, ecc. avevano capito che il loro unico mercato era quello dell'area comunista. Su questo si aggiunge il fatto delle masse universitarie, per cui tutti gli insegnanti o quasi erano comunisti. [...] Tutti i premi sono andati a comunisti".
Programma della Rai I giorni e la storia. I primi dieci anni di pace 1945-1955, a cura di Arrigo Petacco, Rai 2, 27.10.1990.


Alain FINKIELKRAUT
Mullan, Moretti, De Gregori, Vecchioni, etc... "E' schiumando di rabbia contro il fascismo in piena ascensione che l'arte contemporanea fa man bassa delle istituzioni culturali. Non c'� nessuna fessura nella corazza dei fortunati del mondo post-sessantottino. Hanno lo stereotipo sulfureo, il clich� ribelle, l'opinione sopra le righe e pi� buona coscienza ancora che i notabili del museo di Bouville descritti da Sartre ne La Nausea. Perch� essi occupano tutti i posti: quello, vantaggioso, del Maestro, e quello, prestigioso, del Maledetto. Vivono come una sfida eroica all'ordine delle cose la loro adesione piena di sollecitudine alla norma del giorno. Il dogma, sono loro; la bestemmia pure. E per darsi arie da emarginati insultano urlando i loro rari avversari. In breve, coniugano senza vergogna l'euforia del potere con l'ebbrezza della sovversione. Stronzi�.
Alain FINKIELKRAUT, L'Imparfait du pr�sent, Gallimard 2002, p. 102 (in Tempi, anno VIII, 12.09.2002, n. 37, taz&bao).


Indro MONTANELLI
"Comandavano attraverso quella frangia di intellettuali di sinistra, che poi facevano capo al PCI anche se non avevano la tessera. Non si pu� negarlo. Pensa al ghetto in cui fu rinchiuso Silone; pensa a tutta la campagna per impedire che la voce di Guareschi avesse un eco; pensa all'isolamento, riconosciuto poi dallo stesso Maccari, in cui fu lasciato Longanesi; pensa poi al ghetto nel quale fummo rinchiusi noi del Giornale per 10 anni quando era proibito fare il nostro nome. [...] Questa era l'intellighenzia italiana di sinistra. Ma come fa Placido a dire che non c'era questa autentica persecuzione verso chi non la pensava come loro. Come fanno a negarlo?".
Programma della Rai I giorni e la storia. I primi dieci anni di pace 1945-1955, a cura di Arrigo Petacco, Rai 2, 27.10.1990.

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