15.8.07

Cia 1947: «piano San Marino» contro il Pci

Fondi segreti e un ponte aereo dovevano influenzare il voto

di Ennio Caretto
(tratto da Corriere della Sera, 11/08/2007)

L' ordine del presidente Harry Truman di «compiere operazioni psicologiche clandestine per neutralizzare le attività sovietiche» in Europa perviene alla Cia il 14 dicembre 1947. Ma di nascosto dalla Casa Bianca e dal Congresso, il nuovissimo servizio segreto americano, erede dello Oss della seconda guerra mondiale, ha già avviato la prima da tre mesi, dal giorno stesso della fondazione. Una operazione, scrive Tim Weiner nel suo libro «Legacy of ashes» (Un' eredità di ceneri) che servirà da modello alla Cia in tutto il mondo per i successivi 40 anni, una delle più riuscite della storia della intelligence statunitense. La Cia potrà vantarsi, osserva Weiner, di avere salvato dal comunismo e quindi dall' Urss, alle elezioni del 1948, non soltanto l' Italia ma anche il Vaticano, «i due templi della cultura e religione occidentali». Uscito nel sessantenario della Cia, «Legacy of ashes» è un' aspra denuncia della sua incompetenza e delle sue illegalità semisecolari, come sottolinea l' autore, un giornalista del New York Times e premio Pulitzer, citando tra i suoi fiaschi il tentativo d' assassinare Fidel Castro. Ma nei capitoli iniziali è anche un riluttante riconoscimento del successo dei finanziamenti occulti dei partiti anticomunisti in Italia nell' immediato dopoguerra, successo ripetuto poi in Francia, dove Guy Mollet e vari altri leader della Quarta repubblica francese, riferisce Weiner, riuscirono a contenere i comunisti. In Italia la Cia fece il massimo investimento della sua storia versando, in meno di 30 anni, oltre 65 milioni di dollari, somma allora enorme, ai suoi «fiduciari» italiani, politici, sindacalisti, generali e leader religiosi e culturali. Ideatore dell' operazione - sconfiggere il fronte del Pci e del Psi alle elezioni chiave del 1948 - fu James Angleton, il capo della Cia in Italia, un ex agente dell' Oss che in gioventù aveva studiato a Roma, e suo esecutore un neofita, Mark Wyatt, deceduto un anno fa. La Cia non disponeva di propri fondi, afferma Weiner, e i ministri della Difesa James Forrestal e del Tesoro John Snyder attinsero a uno dei 200 milioni di dollari destinati alla ricostruzione dell' Europa. Dallo Exchange stabilization fund i soldi venivano mandati a ricchi italo americani come Giannini, il fondatore della Bank of America, e da essi smistati alla Dc e ai partiti alleati, alla Azione cattolica e ai sindacati, ai servizi segreti e alle Forze armate. Più tardi, la fonte dei finanziamenti fu il Piano Marshall. «Per il fisco americano era beneficenza», spiega Weiner. Nel libro, Mark Wyatt, che spesso contestò i metodi della Cia, ma che sapeva che il Pci era pagato da Mosca, narra di avere consegnato ai suoi clienti migliaia di dollari alla volta all' albergo Hassler di Roma, celati in pacchetti di carta o in borse marroni, «un sistema rozzo ma efficiente». Il suo ruolo però non fu di semplice postino. Rammento che un giorno, parlandomi dell' operazione, Wyatt si dilungò sulla «prova generale» delle elezioni italiane del ' 48 condotta dalla Cia a San Marino. «A San Marino», mi disse, «si votava poco prima che in Italia. Per noi era cruciale sconfiggere i comunisti, sapevamo che l' effetto psicologico sarebbe stato molto rilevante». Come vinceste? chiesi. «Andammo a caccia dei sammarinesi residenti negli Stati Uniti e li riportammo in patria in aereo a votare», rispose. «E naturalmente finanziammo i partiti amici». Secondo «Legacy of ashes», Angleton si era circondato di «duri a cui aveva garantito l' immunità dai crimini di guerra», ossia di ex fascisti. Al rientro a Washington nello stesso ' 48, lasciò il comando dell' operazione a Ray Rocca. Questi non esitò a ricorrere ai «duri» e alla mafia siciliana e còrsa quando i sindacati comunisti cercarono di bloccare lo sbarco in Italia di alimentari e di armi provenienti dall' America. Un rimedio estremo: la Cia voleva rilanciare l' economia italiana e gettare le basi di Gladio, la guerriglia nel caso che il Paese diventasse comunista. Weiner svela che più tardi per stroncare gli scioperi contro il Piano Marshall - il Pci voleva che fallisse - ricorsero alla mafia anche due sindacalisti americani, Irving Brown e Jay Lovestone. La Cia smise di pagare i boss mafiosi, tra cui il còrso Pierre Ferri Pisani, solo nel ' 53. In un capitolo sugli Anni Settanta, Weiner fa i nomi di alcuni beneficiari europei della Cia tra cui il Cancelliere tedesco Willy Brandt, e italiani tra cui - come «tutti i leader democristiani» - anche Giulio Andreotti. Evidenzia che sotto il presidente Johnson, che li giudicava «una vergogna annuale», molti finanziamenti vennero decurtati, ma che sotto Nixon vennero ripresi su grande scala. «Dal 1970 in tre anni Graham Martin l' ambasciatore a Roma distribuì 25 milioni di dollari alla Dc e ai neofascisti» dice Weiner «e l' agente della Cia Rocky Stone diede altri milioni a un gruppo conservatore e un gruppo segreto dell' estrema destra». Stando a «Legacy of ashes», fu l' operazione più bieca della Cia in Italia: «In parte quei soldi alimentarono il terrorismo fascista, di cui l' intelligence italiana incolpò l' estrema sinistra». Se il libro ha un merito, non è tanto di avere aggiunto qualche tassello al mosaico, in prevalenza noto, delle interferenze della Cia nella politica italiana, quanto di averle inquadrate in una storia che non torna a onore di alcune amministrazioni americane. Nel 1948, l' Italia rischiava di essere fagocitata dall' Urss. Ma nel 1970, la situazione era diversa. L' ambasciatore Martin, un falco, fu mandato a Roma su sollecitazione dell' industriale italo americano Pier Talenti per impedire che i socialisti salissero al potere, e per ricondurre l' Italia a destra. Ma il centrosinistra non era una minaccia per il Paese, semmai era l' espressione della sua maggioranza. Per fortuna, rileva Weiner, l' opera di corruzione della Cia a Roma cessò «in toto» alla partenza di Martin per Saigon. * * * Il disegno «Lo Stivale diviso in due come la Germania» In quell' epoca convulsa, la Cia sviluppò anche «contingency plans» o piani di emergenza nell' eventualità che l' Italia cadesse nelle mani del Pci ed entrasse nell' orbita dell' Urss. Uno scenario prevedeva che il Paese venisse spaccato in due, come la Germania, comunisti a nord e anticomunisti a sud. Ma Mark Wyatt (foto) accenna a Tim Weiner di «piani di golpe» caldeggiati da industriali banchieri e leader italo americani, piani che peraltro non furono accettati. Venne adottato invece, sia pure temporaneamente, scrive Weiner, il progetto di un dirigente della Cia, Franklin Lindsay, di istituire una Gladio per Trieste. Da agente dello Oss, Lindsay aveva combattuto con le truppe di Tito, e nel ' 47 aveva ospitato nella città occupata una delegazione parlamentare con il futuro presidente Nixon. Se Trieste fosse stata invasa dai titini, la resistenza avrebbe reagito.

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