9.5.08

Fiera del Libro di Torino. L'Anp: «Ecco perché non partecipiamo»

di T. D. F.
(tratto da il manifesto, 8 maggio 2008)

Sempre sulla Fiera del Libro di Torino abbiamo parlato con Sabri Ateyeh, ambasciatore dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) in Italia.

Lei ha espresso massimo rispetto per la decisione del presidente Napolitano di inaugurare oggi la Fiera di Torino dove quest'anno Israele, ospite d'onore, celebra il 60mo della sua fondazione, ma anche la preoccupazione critica che la sua presenza possa essere interpretata da Israele come un appoggio italiano alla sua politica di negazione dei diritti del popolo palestinese...
Vorrei precisare un punto essenziale. Massimo e convinto rispetto per Napolitano, noto per il suo interesse per tutte le manifestazioni culturali, soprattutto in Italia. Non siamo preoccupati per questo e non ci permetiamo di criticare il presidente italiano. La nostra preoccupazione è che questa manifestazione non venga accompagnata da una parola critica alla politica del governo israeliano e che quindi Israele possa approfittarne interpretando tutto questo come un appoggio alla sua politica. Era lo stesso concetto che ho espresso al signore dell'agenzia Ansa, il cui testo però ha fatto intendere un legame fra questa preoccupazione e la presenza del capo dello stato italiano a questa manifestazione.

Le vostre perplessità comunque restano sulla coincidenza tra Fiera del Libro e celebrazione del 60mo anniversario d'Israele, per quella data che il popolo palestinese chiama «nakba» (catastrofe), cioè la cacciata dalla propria terra...
Noi instistiamo con questa perplessità e abbiamo riscontrato una comprensione anche da parte dell'organizzione della Fiera del libro. Abbiamo spiegato la nostra posizione, sono venuti da noi e abbiamo discusso a lungo. Non era nel loro intento assolutamente far nascere questo equivoco. Da parte nostra noi non siamo contrari assolutamente né ad invitare Israele, né a celebrare, in qualsiasi altra occasione, Israele. Quello che noi abbiamo obiettato è che questa coincidenza - la celebrazione -, negando la questione palestinese, ignorando completamente la catastrofe che è stata subita dal popolo palestinese, è assolutamente sbagliata. Noi negoziamo con Israele, noi parliamo con Israele, noi stiamo discutendo per arrivare alla pace con Israele. Non siamo contrari alla presenza di Israele in qualsiasi manifestazione. Non siamo contro, siamo per sollevare la questione palestinese, la catastrofe del popolo palestinese, i diritti dei palestinesi che purtroppo sono stati volutamente tenuti fuori da questo evento.

Qual è la posizione ufficiale dell'Anp? Voi avete deciso di non partecipare alla Fiera di Torino...
È la posizione di tutti i paesi arabi, concordi con tutti gli intellettuali arabi. Le dico di più. La posizione politica araba è molto più moderata della reazione, assai risentita, degli intellettuali arabi. Noi politicamente abbiamo cercato di smorzare un po' i toni di questo risentimento. Ma manca nell'iniziativa di Torino la memoria, la presenza e la parola, per riconoscere che, sì, è nato lo stato di Israele dietro la risoluzione dell'Onu, ma la risoluzione dell'Onu è stata applicata a metà. La seconda metà della risoluzione dell'Onu era condizionata, legata, alla nascita dello stato palestinese. Ancora oggi negato. E la stessa risoluzione che ha dato la vita allo stato di Israele implica la nascita dello stato della Palestina. La mancanza di questo riferimento al diritto della nascita dello stato palestinese, la coincidenza della celebrazione ufficiale, ha provocato questa nostra giusta reazione.

L'ambasciatore israeliano Gideon Meir apprezza molto la presenza di Napolitano, la scelta della Fiera del Libro di celebrare la nascita di Israele e dice che chiunque la contesta nega la legittimità allo stato israeliano.
Ripeto, non non ci permettiamo di mettere in discussione la presenza di Napolitano. Ma la Fiera del libro di Torino divide piuttosto che unire. La gioia dell'ambasciatore israeliano è un atteggiamento miope, di chi è incapace di allargare la sua visione, perché è stata ignorata l'altra parte che è egualmente importante, come la celebrazione di Israele, cioè la negazione del diritto dei palestinesi ad avere uno stato. Se Meir si accontenta di cancellare la memoria...Che grande equivoco il suo. Con in più un pizzico di arroganza, proprio di chi non accetta nessuna critica e addirittura la collega al diritto all'esistenza dello stato di Israele che l'Anp non mette in discussione. Noi stiamo negoziando con Israele, l'Anp l'ha riconosciuto. Ma come si fa a continuare a mascherare la questione di fondo dei diritti negati al popolo palestinese, dietro una manifestazione culturale gestita solo come propaganda. Mi dispiace molto per un politico che si abbassa a questo livello.

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