9.5.08

Mille strade per Impastato

di Angelo Mastrandrea

(tratto da il manifesto, 9 maggio 2008)

30 anni fa l'uccisione del militante di Lotta Continua. Oggi un corteo da Terrasini a Cinisi ripercorrerà il suo ultimo tragitto. Il fratello Giovanni: non vogliamo passerelle istituzionali

Oggi, 30 anni fa, alle 20,15 Peppino Impastato usciva da Radio Aut, accompagnava a casa il suo compagno di Onda pazza Salvo Vitale, poi imboccava la litoranea per tornare a Cinisi. Dove non arriverà mai. Oggi pomeriggio, 9 maggio 2008, migliaia di persone si daranno appuntamento al civico 108 di Corso Vittorio Emanuele a Cinisi, sotto il balcone dove sventola una bandiera rossa a memoria di una radio che non c'è più dall'estate dell'81. Insieme, percorreranno a piedi la strada che fece Peppino quella sera con la Fiat 850 che gli aveva prestato sua zia Fara Bartolotta e che sarà ritrovata a pochi metri dal suo corpo dilaniato, vicino ai binari del treno per Palermo.
«Sarà la più grande manifestazione che abbiamo mai fatto per Peppino», dice il fratello Giovanni, immortalato il giorno dei funerali con il pugno levato a testimoniare che, come diceva lo striscione preparato dai compagni, «con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo». E che oggi come allora ne porta avanti la memoria e un impegno per l'«antimafia sociale». E' anche per questo che spiega con chiarezza che l'invito a scendere in piazza oggi è rivolto ai movimenti innanzitutto, e poi alle amministrazioni che hanno intitolato strade e biblioteche a Peppino e ai tanti comitati e associazioni a lui dedicati. Stop invece alle presenze istituzionali, e su questo non appare indifferente l'esito delle recenti elezioni in Sicilia: «Se verrà qualcuno lo farà non da invitato, perché a noi non piacciono le passerelle». Ci saranno invece gli attivisti del circolo Impastato di Sanremo, partiti per una veleggiata antimafia che ha toccato diverse città tirreniche prima di arrivare in Sicilia.
La più grande manifestazione per Impastato, dunque. Più dei funerali del '78, più di quella storica del '79, più del primo Forum sociale antimafia, quello del 2003 con l'apertura al movimento altermondialista. Ma aperta come sempre dai compagni di Peppino e da quello striscione ormai sbiadito. Quest'anno, gli organizzatori hanno fatto le cose in grande stile. In attesa che la casa di don Tano Badalamenti sul corso di Cinisi, confiscata dallo Stato, venga consegnata al centro Impastato per farne una biblioteca, ultimo smacco al boss defunto a segnare la vittoria di Peppino, hanno organizzato quattro giorni di forum e manifestazioni, cominciate ieri pomeriggio. E Giovanni Impastato ne ha organizzato per lanciare un appello a intitolare ancora più strade a Peppino, in ogni città d'Italia.
Oggi, al termine del corteo come di consueto nella piazza principale di Cinisi, dopo esserse passati davanti a casa di Peppino dove non ci sarà più a salutarli mamma Felicia, si esibiranno Carmen Consoli e i Tetes de Bois. E vedremo se finalmente, dopo trent'anni, la musica riuscirà a far aprire le tapparelle delle finestre affacciate sulla piazza. Quelle che Umberto Santino, che della memoria di Peppino ha fatto una ragione di vita, già allora indicò con una frase rimasta celebre: «Finché rimarranno chiuse, vorrà dire che la mafia non è stata ancora sconfitta».

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