10.5.08

Tel Aviv festeggia i 60 anni, i palestinesi no

di Michele Giorgio

(tratto da il manifesto, 9 maggio 2008)

Cerimonie pubbliche e parate, ma anche un raid su Gaza. E dall'altra parte si ricorda la «Nakba» con una marcia dei profughi

Israele ha festeggiato ieri il suo 60esimo compleanno con cerimonie pubbliche, gite, parate. La giornata è stata dedicata da molti israeliani ai picnic nei boschi, nei parchi pubblici e nei giardini privati e persino dallo spazio sono giunti gli auguri dell'astronauta ebreo Garret Reisman, membro dell'equipaggio della stazione spaziale internazionale. L'aviazione militare ha tenuto esibizioni acrobatiche non mancando però di compiere anche un attacco contro Gaza provocando il ferimento grave di quattro palestinesi - due civili e due attivisti del Jihad - investiti in pieno dall'esplosione di un razzo. Ma verso il cielo ieri non sono saliti soltanto i caccia F-16 israeliani ma anche 21.951 (come i giorni di Israele) palloncini di colore nero lanciati da centinaia di ragazzi palestinesi di Ramallah, Betlemme, Nablus, in segno di lutto per un anniversario che rappresenta anche la Nakba, la «catastrofe» nazionale palestinese.
«Israele festeggia ma per noi, che non abbiamo uno Stato, che viviamo sotto occupazione e nei campi profughi, è una giornata nera - ha detto un giovane palestinese - e abbiamo voluto dipingere il cielo di nero sopra la testa di George Bush che verrà (la prossima settimana) a celebrare la nostra disfatta e il nostro esodo forzato». Nei prossimi giorni sono previste varie iniziative per la Nakba, come la marcia dei profughi verso i punti di confine con in mano le tende piegate dove sono stati costretti a vivere per anni, le chiavi delle loro case originarie in Palestina e con appesa al collo la scritta con il numero 194, la risoluzione dell'Onu che sancisce il diritto dei rifugiati al ritorno. Domenica invece il gruppo «Sopravvissuti alla Nakba» si recherà a Gerusalemme Ovest, la zona ebraica della città, davanti alle case palestinesi confiscate da Israele dopo il 1948.
Le commemorazioni della Nakba coincideranno con la conferenza che si terra la prossima settimana a Gerusalemme con la partecipazione di Bush, dell' ex premier britannico Tony Blair, di Henry Kissinger e numerose altre personalità internazionali. Ieri si è saputo che Bush, non prenderà parte al vertice a tre con il premier israeliano Ehud Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen. Ciò conferma che israeliani e palestinesi non hanno raggiunto alcun accordo su quella dichiarazione di intenti, richiesta dal Segretario di stato Condoleezza Rice, che si trascina dallo scorso novembre, quando le parti si incontrarono ad Annapolis. Secondo altre versioni la decisione del presidente Usa sarebbe essere collegata all'incerto destino politico di Olmert coinvolto in una indagine su mazzette elargite negli anni Novanta da un palazzinaro di Long Island, Morris Talansky, quando il premier israeliano era sindaco di Gerusalemme.
Ieri sera era attesa la decisione della magistratura se sollevare, pienamente o parzialmente, il silenzio stampa imposto sull'intera vicenda ai media locali. Negli Stati Uniti però il New York Post ha già rivelato tutti i particolari dello scandalo. Le dimissioni di Olmert sono probabili nell'eventualità in cui venisse incriminato.

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